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Ho fatto recentemente un sogno, estremamente vivido ed intenso…

Salve,
ho fatto recentemente un sogno, estremamente vivido ed intenso, che penso abbia un significato ben preciso che non riesco a capire. Di solito non ricordo i miei sogni, ma questo mi ha colpito, lasciandomi al contempo soddisfatto ed angosciato. Andavo, insieme ai miei compagni di classe, in un paese estero, probabilmente Irlanda (l’ultimo viaggio l’ho fatto lì), e soggiornavamo in un albergo immenso, dalla facciata blu scuro iridescente, situato in periferia rispetto al centro della città. Questo albergo era DAVVERO immenso, tanto che per passare da una zona all’altra era necessario utilizzare un vagone di treno. I miei amici spariscono appena entro in questo albergo, quindi mi faccio un giro per capire dove mi trovo; ben presto mi perdo in questo posto che, pur essendo un luogo di soggiorno, non aveva neanche una stanza da letto. Giro per negozi e per le stanze di questo posto, quindi, senza il minimo preavviso, mi ritrovo all’ingresso secondario ed esco dalla porta sul retro. Mi si apre davanti un posto un po’ sperduto, una zona verde, su una stradina asfaltata male dalla quale posso vedere lontane colline a sinistra e una valle verde a destra. In realtà questo posto, in qualche modo, è ancora situato all’interno dell’albergo. Mi incammino lungo questa stradina, leggermente in salita, affiancata da alberi con le foglie completamente secche e grigie ma ancora attaccate ai rami; e mi trovo davanti ad una scuola elementare, dalla quale esce questa ragazza,che non conosco, dai denti perfetti, vestita di nero con i vestiti leggermente strappati, un accenno di efelidi sul naso, capelli un po’ crespi ma neri e bellissimi; non ricordo il colore dei suoi occhi. Ci incamminiamo insieme e mi chiede qual è il mio più grande difetto, ma non so risponderle e le dico che uno dei miei maggiori pregi è quello di riuscire ad adeguarmi ad ogni situazione. Con fare un po’ canzonatorio, mi dice di voltarmi e guardare la scuola, ormai in lontananza, e vedo tutti i bambini, in fila, uno accanto all’altro che mi salutano e sorridono; l’ultima bambina della fila si avvicina alla ragazza, che le prende la mano e mi dice di avviarci. La giornata è estiva, ma non si muore dal caldo per cui continuiamo a camminare tranquillamente e vediamo un paio di minatori, con tanto di caschetto, che vicino ad un casotto degli attrezzi sul ciglio della strada cercano di tagliare i rami di uno di quegli alberi con le foglie secche (foglie di acero). Continuiamo lungo la strada e ci ritroviamo all’interno dell’albergo, e la bambina sparisce, ma la ragazza resta accanto a me, mi guida in questo posto labirintico, sempre evitando il contatto fisico con me. Mi fa vedere diverse stanze, e mentre girovaghiamo vedo di sfuggita molti dei miei amici e conoscenti, che per un po’ mi accompagnano, poi spariscono perdendosi tra la folla. Quando c’è gente con me, non riesco più a vedere la ragazza, ma quando mi ritrovo da solo lei è di nuovo lì, canzonatoria e bellissima. Visitiamo diverse stanze, alcune con la porta aperta, altre chiuse, ma le chiuse non hanno alcun interesse per noi. Mi affaccio nella prima stanza a sinistra di un corridoio che stiamo percorrendo e vedo una sorta di anfiteatro, con un soffitto altissimo, con gli spalti completamente vuoti e, al centro del palco, c’è un pianoforte a coda, illuminato da due faretti, e vorrei provare a suonare, ma lei mi ferma e mi limito a contemplare la sala; la luce tenue mi mette un po’ a disagio. Andiamo avanti. Ci ritroviamo in un grande centro commerciale, una porta sul retro, in una stanzetta in cui, in un angolo, ci sono delle costruzioni lego in piccole scatole. Lei afferra un modellino di lego e scappa. Mi giro per uscire da questo posto e mi accorgo che fuori alla porta da cui siamo entrati c’è un sorvegliante, altissimo, con una divisa grigio chiaro che si staglia contro il cielo improvvisamente notturno, che mi afferra per le tempie e mi chiede con violenza come mi chiamo. Io rispondo che non ho fatto nulla, che può anche perquisirmi ma non troverà niente. Lui ripete che vuole sapere il mio nome, ma so che in realtà si riferisce a lei. Mentre capisco questa cosa, mi prende con l’altra mano per la gola e mi strangola. L’angoscia e il senso di colpa per averla tradita mi risvegliano. Gli elementi fondamentali, quelli che mi hanno colpito di più, sono l’albergo blu e la ragazza (che in qualche modo ho come la sensazione che fosse una parte di me)…Mentre nel sogno avevo una sensazione positiva della ragazza, ora ho quasi paura di capire cosa essa rappresenti. Qualche opinione al riguardo?,

Caro Anis,
come spesso diciamo purtroppo non è possibile comprendere i sogni semplicemente leggendoli, senza conoscere la persona che li ha fatti e senza sapere che momento sta attraversando. L’interpretazione dei sogni, infatti, va sempre inserita in un contesto psicoterapeutico, dove il percorso è segnato da un lavoro in grado di unire i simboli (talvolta condivisibili) al vissuto di quella specifica persona. Detto ciò, possiamo partire dall’immagine dell’albergo blu, che ci rimanda all’immagine della vacanza, dell’evasione, forse può rappresentare un momento in cui si acuisce la necessità di evadere da qualcosa, di rilassarti “esplorando con la mente” altri luoghi fisici o intesi metaforicamente, come luoghi emotivi. Cercare di raggiungere qualcosa di diverso dalla realtà che ti sta circondando. Il blu è infatti associato al desiderio di calma e rilassatezza e a dispetto di quanto si possa immaginare racchiude in se aspetti femminili. Ecco, quindi, l’immagine della ragazza che assolvendo al ruolo virgiliano di guida, ti accompagna nel proseguire del tuo futuro ma sempre con un occhio al passato. Pensando al divenire della persona potremmo ipotizzare la necessità dell’essere di avviarsi verso un processo di individuazione, che ha per meta lo sviluppo della personalità individuale e dove la permeabilità femminile/maschile, animus/anima è strettamente legata al processo. Forse la paura e l’angoscia che provi nel sogno, la potremmo interpretare come la paura di aver tradito una parte di questo processo, di non aver il coraggio di procedere nel cammino non facile dell’individuazione/separazione. Come se una parte di te si debba nascondere e non possa ancora essere contattata.
Sperando di esserti stati utili ti invitiamo a scriverci nuovamente per qualsiasi dubbio.
Un caro saluto! ,Anis, 18 anni,07-05-2013,Sogni-Il mondo interiore